Donne libere.. di sbagliare.
diffuso da paternita.info - (di presunzione e sassi ognun può caricarsi) - diffuso dal periodico pensalibero - e politicamentecorretto.com

Nato negli anni settanta ricordo di aver osservato con gli occhi semplici del bambino la nascita di una certa ideologia (espressa poi anche in politica) di “liberazione femminile” o come alcuni chiamavano, femminismo: la donna è timida e buona - l'uomo espansivo e violento - questo il messaggio che a mo' di propaganda costantemente si cercava di imporre nelle persone di varie età ed etnie.

Certo guardando il mondo di oggi da trentenne.. questa definizione appare ridicola.

Le poche “donne oggetto” che a quei tempi si mostravano discinte e per le quali si accusava un presunto aguzzino maschio alle spalle oggi si sono moltiplicate, hanno invaso strade, giornali e TV, rivendicando la scelta d'uso del corpo, dalla mercificazione allo show-business, senza dover porre necessariamente limite, etica, e senza necessariamente dover dimostrare doti intellettuali che di solito si intendono strumento prevalente nell'essere umano che si vuole definire tale (a prescindere dal sesso).

In famiglia idem, le tanto declamate virtù di accoglienza e mediazione perdute nei perentori dati delle separazioni (quasi 200.000 annue) dove tre volte su quattro è la donna a chiedere lo scioglimento della famiglia, dove una su due chiede l'affido esclusivo o prevalente dei figli e soldi in cambio, con situazioni non certo infrequenti di donne così libere ed “indipendenti” che mentre si risposano col nuovo uomo che lavora e le mantiene nel contempo continuano a ricevere assegni anche dal precedente senza batter ciglio.

Ovunque dove c'è da sbagliare (dal fumo all'alcolismo, dalla criminalità spicciola ed organizzata alle violenze personali) ci sono sempre più donne, un trend in crescita e non sempre le strutture di tutela dello Stato (dai criminologi ai tribunali fino agli organi di polizia) sanno intervenire con tempestività ed adeguati strumenti. Questa è la situazione reale. Probabilmente la donna aveva bisogno di sbagliare, come l'uomo, per capire che non ha nessuna immunità etica, nessuna carta di ingresso gratuito alla bontà o paradiso qualsivoglia, ma che al pari dell'uomo la fiducia e la stima di se stessa e del prossimo se la deve guadagnare con la responsabilità e la genuinità delle proprie azioni, e forse per uscire da quella ottusa ideologia del “genere superiore” bisognava sbagliare.. e speriamo che il mondo impari la lezione, e da qui si riparta più consapevoli.

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