Dai Greci ai Mass Media, l’errore del Mito. (l’eccesso che porta a modelli omologati ed irreali)
di paternita.info - anche diffuso da ROMAEST - rotaryosimo.it - pensalibero - e dal quotidiano nazionale SECOLO D'ITALIA
____________________________________________________________________________________________________________ dal vocabolario: elaborazione fantastica, rappresentazione ideologica, narrazione, immaginazione popolare, personaggio non reale, speranza utopistica.

Troppo spesso nel corso della storia ci è stata trasferita un'immagine dell’uomo mitica ed astratta, dai dei egiziani ai muscolosi eroi della storia ai grandi santi salvatori, fino ai più moderni fantasiosi e alternativi. Questo eccesso ha creato molta confusione tra realtà e fantasia (dunque alienazione) tra cosa può essere una persona e cosa non può essere, formando aspettative, ansie e follie che hanno sprecato e disperso vite ed intere generazioni.
La società ancora oggi è specchio di questa proiezione ed illusione psicologica. Ultimamente ad esempio si spingono molto i rifacimenti di storie, film, fumetti, mitologia, di supereroi: come se in una società poco consapevole in stagnazione e difficoltà morale ed economica si tendesse a cercare (aspettativa) la soluzione non in se stessi e nelle risorse della propria stessa cultura e società, spesso detestata o non stimata, ma in qualcosa fuori, un eroe, un salvatore, un mito.

Altro esempio, a livello personale, il mito può “servirci” per non fare più cose semplici e banali: dire e pensare “per fare il genitore oggi bisogna essere superman” è un modo per “mitizzare” il ruolo e fornirci alibi per non impegnarci, mettersi in gioco, prendere carico di eventuali (probabili visto l'impegno) scarsi risultati. E’ così via..

in termini evolutivi - come l'eccesso di rigidità e regole (ordine) ha contraddistinto i periodi troppo illuministi, l'eccesso di fantasie e relativismo (caos) ha contraddistinto
i periodi troppo "romantici", come ad esempio quello attuale dei grandi fantasy, della comunicazione emotiva, del ritorno agli istinti primordiali e delle leggi troppo interpretate.

Le Costituzioni però non recitano “la società riconosce il mito” ma “la società riconosce l’individuo” .. non dicono “ci sono cittadini di serie B e miti di serie A” ma “siamo tutti uguali di fronte alla legge” .. non dicono “nell’attesa che il mito ci salvi” ma parlano di “collaborazione e solidarietà tra persone”. Non miti, eroi.. ma semplici cittadini, individui, uomini, donne, persone. La parola chiave dunque per debellare questa deviazione collettiva è: “normale”.

Non “normale” nel senso di statisticamente prevalente (tanto meno di mediocre), ma normale nel senso dei “valori base” essenziali che famiglia, scuola e società (noi) dobbiamo mettere nella nostra vita e trasmettere sempre al prossimo, chiunque esso sia, ovvero sincerità ed onestà, sapere e conoscenza, salute, uguaglianza, fratellanza e coesione sociale, ecc..

Nell’attesa di un mito (che non arriverà) potrebbero intercorrere millenni di terrore e desolazione. Vale la pena? Ma se poi davvero guardiamo in concreto è stato un mito a darci la democrazia e la pace oppure la popolazione comune e “normale” che si è svegliata di fronte al rischio delle guerre mondiali e della propria estinzione? E, al contrario, fu un mito alla rovescia (Hitler) a rischiare di spazzare la vita umana dalla terra oppure un vasto “indotto” di sostegno tra politica, eserciti, interessi economici tra Stati e banale avidità umana di milioni di cittadini?

E' perciò evidente. Non c’è da aspettarsi nessun mito o eroe che ci salvi e neppure nessun alieno o universo parallelo che ci faccia fuggire da una realtà inaccettabile.

Ma semplicemente dobbiamo capire che il mondo lo fanno le persone, noi e gli altri “assieme”, che l’unico futuro possibile è quello progettato per “tutti”, e che il futuro si costruisce dando e pretendendo quei saperi e quegli obiettivi che possano rendere la vita bella ed affascinante ma allo stesso tempo realistica, sostenibile, possibile.


"Grande non è chi ambisce al mito, ma chi sa vivere la realtà senza distorcerla, fuggirla." --Anonimo

Tratto dal percorso: OPPRESSIONE (USCIRE DAL TUNNEL)
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SCIENZA DELLA COMPLESSITA' / LA VITA EQUILIBRIO TRA ORDINE E CAOS
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