Sono come un uomo più grande che ne racchiude uno più piccolo, che ero io qualche tempo fa, un uomo che a sua volta ne racchiude un altro fino a quello più piccino che ero io da bambino.

Se davvero siamo un uomo dentro l'altro allora tre ne vedo; il bambino è il movimento, la continua potenzialità della nostra vita, una cellula staminale da cui sviluppa un corpo intero, una massa di elementi compressi potenziale del più luminoso dei soli; il ragazzo, incosciente, pazzo, coraggioso, guerriero che lotta contro ciò che è per diventare ciò che sarà, un nuovo Se; l'uomo adulto, esperienza, saggezza, consiglio, logica, razionalità, fede.

Essere tre per essere uno; avvertire questa continuità, sentirci diversi ma uniti, rispettare chi siamo stati, sapere chi siamo, accogliere chi saremo, per vedere più lontano dei nostri occhi, udire oltre le barriere, percepire la strada dei cieli, sentire il lieve movimento dello spazio, il sapore della morte, la danza della vita, che ci arride, ci invita, ci mena, la nostra vera madre, padre, sposa, figlia, a fianco della quale, volenti o no, vedenti o no, ogni giorno camminiamo.

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