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Cos'è un Attacco di Panico?    Amigdalectomia Evoluta: minor tessuto, minor rischio    Scoperte scientifiche
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      Amigdalectomia evoluta: minor tessuto, minor rischio: L'Amigdalectomia (parziale o totale) è una procedura operatoria ablativa clinicamente di buona sicurezza (< 0,1% di mortalità), praticata già dal 1960, oggi in modalità mini invasive e selettive con minor ampiezza di tessuto rimosso (< 2,0cm cubici) rispetto a molte altre procedure ablative (> 3-5cm cubici). E’ utilizzata per vari disturbi farmaco resistenti (epilessia focale, aggressività intrattabile, autismo, ecc..).

Nonostante lo scarso livello di efficacia delle cure attuali nei Disturbi di Panico, Agorafobia e nelle altre patologie neurologiche da Stress, e nonostante le convergenti evidenze scientifiche sull'amigdala, non esiste ancora alcun farmaco specifico o procedura operatoria mirata all'amigdala per la risoluzione di tali disturbi. D'altronde sino al 2013 il DSM poneva Panico e Agorafobia nei Disturbi di Ansia. Gli ultimi 20 anni di studi scientifici hanno però dimostrato come Ansia e Panico siano due emozioni diverse (“sustained fear” and “phasic/acute fear”) che coinvolgono aree cerebrali e modelli funzionali diversi del cervello. Ad esempio un recente studio su mammiferi (Langevin2013) ha mostrato che il dbs applicato sull'amigdala inibisce il panico ma non l'ansia, mentre la paroxetina ha successo sull'ansia ma non offre un significativo risultato sul panico.

Il perché non si sia ancora preso carico seriamente di questa grave malattia lo si può ipotizzare con:

  • - minor pericolo sociale (aggressività intrattabile, depressione magg., schizofrenia, OCD, ..)
  • - minor impatto visivo / emotivo dirompente come per altre patologie (epilessia, ..)
  • - il fenomeno riguarda persone che non vengono quasi mai capite, ne informate, e che si trovano sole e fragili, inaspettatamente e spesso completamente sopraffatte dal male - altro..

  • Medicina e buon senso esigono che si debba valutare un male rispetto all'invalidità che esso produce nella persona, e non in considerazione del mero pericolo sociale o impatto visivo. D'altronde se una persona non riesce ad uscire di casa, respirare l'aria aperta o stare al sole, lavorare e crescere i figli adeguatamente, partecipare alla società civile, praticare uno sport, studiare, socializzare (e molto altro che quando negato contribuisce a degradare la salute fisica e mentale) .. allora si capisce quanto “severo” possa essere questo male.



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